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Pubblicato: 24/01/2019 14:47:29
Questo tipo di serate incominciano gustando un buon aperitivo oppure bevendo una buona marca di prosecco delle zone del Veneto o del Valdobbiadene ed è per questa ragione che, visto che siamo ancora all’inizio del 2019, vorrei approfondire il tema proposto nel titolo cioè quali sono i migliori prosecchi italiani e le novità di quest’anno. Ecco non descrivere le solite cose sulla provenienza del prosecco e le sue basilari caratteristiche ma voglio usare un approccio diverso. Sento la necessità di spiegare il vigneto in sé, come si è adattato alla zona d’origine, quali sentori e aromi originari della zona riesce a trasmette e per fare questo dobbiamo associare ad ogni categoria di prosecco un prosecco che lo rappresenti. Certo vi elencherò qualche nostro prosecco ma questo è per farvi capire quali prosecchi rappresentano al meglio la loro categoria (dry, extra dry e brut).
In più se amate in particolar modo aperitivi come Negroni, Americano, Spritz o tanti altri a base di prosecco che trovare descritti nel nostro precedente articolo aperitivi a base di prosecco, con questa analisi sensoriale potreste trovare nuove idee su come utilizzare il prosecco che più vi aggrada per aggiungere piacevoli sfumature al vostro amato aperitivo. Non male personalizzare il nostro aperitivo!
Incominciamo con un po’ di storia del vero prosecco, prodotto da vitigni Glera che da oltre 300 anni regnano nella zona del Conegliano Valdobbiadene e la loro origine è databile addirittura prima della colonizzazione romana cioè molto prima del 200 A.C. Grazie ai suoi vitigni di uva a bacca bianca che compongono per l’85%, il vitigno Glera cede un’uva che ha caratteristiche uniche cioè la piacevolissima nota acidula ed eleganti aromi fruttati. Questi vitigni di bacca bianca sono considerati vitigni antichi e della zona Veneta, quindi meritevoli della qualifica DOCG, in più godono di un bel colore dorato che contorna un seme semi aromatico. Una ancora maggior netta divisione negli aromi si ha tra la pianura e la collina dove le condizioni climatiche differenti donano ai vitigni collina sentori agrumati e di mela verde mentre alla pianura accentua le note fruttate e floreali.
Bene ora che sappiamo la base con cui viene prodotto il prosecco possiamo addentrarci un po' oltre su quali versioni del prosecco vengono prodotte. Ne conosciamo ben tre e sono brut, dry ed extra dry.
Dry
Un Prosecco per definirsi Dry deve avere un gusto dolce con residuo zuccherino tra i 17 e i 32 g/l in più deve essere caratterizzato da un sapore fruttato. Un esempio di queste doti le ha racchiuse la cantina Col Vetoraz nel suo Valdobbiadene Superiore DOCG millesimato dry che si presenta con il suo bel colore paglierino brillante e un perlage fine.
Brut
Questa tipologia di Prosecco ha un residuo zuccherino inferiore a 12g/l come il Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG brut selezione 'Bottiglia Nera' della cantina De Faveri. Al palato risulta essere un vino raffinato con un gusto deciso e secco caratterizzato da un colore giallo paglierino scaricato.
Extra Dry
Di tutte le versioni questa è la più classica di Prosecco, con residuo zuccherino che varia tra i 12 e i 17g/l. Ho scelto il Prosecco Valdobbiadene Superiore DOCG 'Senior' millesimato extra dry della cantina Bortolomiol che con il suo colore paglierino scarico e il perlage molto persistente rappresenta al meglio questa categoria di prosecchi riconusciuti pe rla loro morbidezza che si abbina benissimo con i dessert.